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Museo-storico-MUST-a-Lecce

Ci sono luoghi di indiscutibile bellezza che custodiscono la memoria del tempo dove passato e presente si incontrano per costruire il futuro. Siamo all’interno del MUST, l’abbreviazione sta per ‘Museo storico’, che ha sede nell’ex Monastero di Santa Chiara, a due passi dal centro di Lecce, la perla del Salento, nata su un antico insediamento messapico e conosciuta anche come la “Firenze del Sud” per il suo caratteristico barocco e per i suoi monumenti e palazzi signorili che riflettono le atmosfere dorate tipiche della pietra leccese. Accanto all’omonima chiesa, tra le più note della città, e nei pressi dell’antico e suggestivo Teatro Romano, l’ex Monastero è un museo ma anche un centro culturale, punto di riferimento importante per la promozione dell’arte e dell’identità culturale salentina, oltre a essere uno spazio che ospita artisti contemporanei emergenti del panorama locale e internazionale.  A seguito di un importante intervento di restauro, nel 2010 il monastero di proprietà dello Stato ma in gestione al Comune, viene aperto al pubblico dopo un lungo periodo di abbandono e inutilizzo diventando qualche anno dopo,  grazie all’iter del federalismo demaniale culturale, a tutti gli effetti patrimonio della città. Con un progetto condiviso dall’Agenzia del Demanio, dall’allora Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dall'amministrazione comunale si è delineato un nuovo percorso di valorizzazione e un prospero futuro per il complesso che, oltre a rafforzare l’offerta culturale e identitaria, restituisce uno spazio vitale alla collettività garantendone al tempo stesso la cura, la tutela e la conservazione.

Ieri…

Sulle origini del Monastero di Santa Chiara non si hanno notizie certe. Probabilmente fu fondato nel 1415 dal vescovo della città Frate Tommaso Ammirato che faceva parte dell’Ordine dei Padri Conventuali di San Francesco. Secondo un’altra ipotesi il convento potrebbe essere stato invece un lascito del facoltoso nobile del tempo, Antonio di Giovanni de Ferraris, filosofo e astrologo che avrebbe donato al Ministro dei francescani una casa e tutti i suoi beni. Quello che sappiamo oggi dai pochi documenti che sono conservati è che il monastero comprendeva venti celle, tre dormitori, un refettorio, una dispensa e una grata nel parlatorio e fino al 1866 fu abitato dalle suore clarisse. A seguito della soppressione degli enti ecclesiatici del 1861, il convento viene utilizzato per un breve periodo come sede dell’Intendenza della Finanza, per poi rimanere per un lungo periodo in stato di abbandono.

Oggi…

Ultimati i lavori di manutenzione e riallestimento delle sale, nel maggio del 2021 il MUST è stato riaperto al pubblico con un nuovo progetto culturale che ha permesso di rafforzarne l’identità e le attività nel suo complesso offrendo ai cittadini e ai turisti uno spazio per la promozione dell’arte e per la conoscenza della storia di questa affascinante città. Nelle diverse sale di rara bellezza sono stati ripercorsi, grazie all’allestimento sia di mostre permanenti che di attività espositive temporanee, quasi due secoli di storia - dal ‘700 al ‘900 - fino ad arrivare ad aprire una finestra sull'arte contemporanea a livello nazionale e internazionale, con uno sguardo particolare agli artisti locali. Come, ad esempio, le opere della collezione dello scultore salentino Cosimo Carlucci realizzate tra il 1958 ed il 1981 oppure, dall’altra parte dell’oceano, quella della fotografa statunitense Jenny Okun, insieme ad altre opere significative di scultori contemporanei concesse in comodato dagli artisti al MUST.

Ma il museo non è solo storia ma anche uno spazio che guarda futuro: al piano terra - oltre a una galleria ad ingresso gratuito, ‘Must off gallery’, destinata alla sperimentazione e alla promozione dei talenti emergenti locali,  sono stati previsti degli  spazi espositivi per le mostre temporanee e una sala multimediale attrezzata per le visite digitali. Grazie a un programma per la valorizzazione in tema di accessibilità dei beni culturali  “Cross the gap – accessibility for social and cultural inclusion”,  la sala è stata attrezzata e implementata con nuove tecnologie e piattaforme digitali per la fruizione della realtà virtuale in 3d, di un virtual tour immersivo e clip su base 3d dedicate al patrimonio barocco della città.

Nelle sale del primo piano è invece possibile ammirare reperti e testimonianze delle diverse epoche della storia di Lecce, dall’età Messapica e Romana, fino al Cinquecento e al Novecento, oltre a esposizioni permanenti come la Raccolta Civica di opere in gran parte pittoriche che rappresenta una lente di ingrandimento sulla cultura e sulle arti figurative nel territorio della Terra d'Otranto tra il XIX e il XX secolo.
Diverse sono le esposizioni temporanee che hanno arricchito negli ultimi anni le sale del MUST, a testimonianza di una grande vivacità culturale e artistica del capoluogo salentino come, ad esempio, la rassegna di quarantadue opere sulla Puglia del ‘900, la retrospettiva dedicata al poliedrico Giancarlo Moscara e quella di Marianna Elmo, artista del ‘700 famosa per la complessa tecnica detta "broderie a filles collés" (ricami a fili incollati) che simula incredibili effetti pittorici.
Oggi il MUST rappresenta tutto questo ma anche molto di più perché come sostiene Renzo Piano, uno degli architetti più influenti a livello internazionale del XX e XXI secolo “Un museo è un luogo dove si dovrebbe perdere la testa”.