Un progetto di "vita" per l'ex Carcere Femminile di Perugia
Da luogo di pena e detenzione a simbolo di rinascita e legalità: lo storico complesso carcerario diventerà la nuova sede della Procura della Repubblica. Un ambizioso progetto di recupero architettonico e restauro, tra passato e futuro, con un impatto positivo sulla qualità di vita dei cittadini
“A perenne memoria delle 23 donne partigiane che qui furono detenute, vittime del coraggio e della lotta per la libertà.” Così recita l’incipt della targa commemorativa affissa sull'antica facciata dell'ex Carcere femminile di Perugia, che ricorda con orgoglio i nomi delle donne imprigionate durante il regime fascista. Le loro storie di coraggio e resistenza risuonano ancora tra le mura, come un eco di lotta per la libertà e la giustizia.

Quella memoria storica è oggi il fulcro di un intervento di recupero e restauro dell’ex complesso carcerario, a pochi passi dal centro storico. Dove il legame con il passato rappresenta un elemento imprescindibile per costruire il suo futuro. Quel luogo simbolo di detenzione e pena avrà una nuova vita: sarà la nuova sede della Procura della Repubblica, uno spazio di democrazia e di legalità aperto alla città.

Credits progettisti: ingegneria Rina Consulting, DFP Engineering; architettura e restauro Corvino + Multari; agronomia e paesaggio, Luca Boursier; interventi di restauro, Deborah De Vincenzo.
Con un progetto che unisce sostenibilità ambientale, innovazione e rigenerazione urbana, rinasce quindi uno degli edifici più iconici, dal grande pregio architettonico. Dove ogni pietra racconta la sua storia, dove le celle, un tempo simbolo di oppressione, verranno conservate e integrate nell’architettura, per trasformarsi finalmente in luoghi di giustizia. Perché come sottolinea l’architetto Mario Botta: “l’architettura è una disciplina dove la memoria gioca un ruolo fondamentale, che porta con sé un potenziale di sacro, e il territorio si configura sempre più come spazio della memoria”.
In questa direzione si inserisce l’impegno dell’Agenzia del Demanio, in qualità di stazione appaltante, del Ministero della Giustizia e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria per dar vita a una delle iniziative di rigenerazione urbana più ambiziose avviate nel capoluogo umbro. Un intervento che fa parte di un progetto più ampio, che coinvolge anche l’ex Carcere Maschile e il Padiglione Paradiso, da riqualificare per ospitare la Nuova Cittadella della Giustizia. Dove la trasformazione del Carcere femminile rappresenta il primo importante tassello: un’opportunità unica per creare valore economico, sociale e ambientale, attraverso una visione che mette al centro il cittadino e che fa dell’innovazione e della sostenibilità due pilastri fondamentali.
Un progetto tra passato e futuro
Entra nel vivo il progetto di recupero architettonico e restauro dell’ex Carcere femminile. Con un’attenzione massima all’equilibrio tra nuovo e antico, sarà preservata la struttura storica del complesso, edificato originariamente nel ‘500 come convento e poi utilizzato come carcere fino al 1975.
Dopo una prima accurata fase di progettazione di fattibilità tecnico-economica, è stato pubblicato il 14 novembre 2024 il bando integrato per la progettazione esecutiva e l’avvio dei lavori. L’intervento di oltre 15 milioni di euro riguarda l’intero complesso di 5.800 metri quadrati costituito da tre cortili quadrangolari definiti da dieci edifici, collegati tra loro. A questo si aggiunge la riqualificazione di oltre 1.100 metri quadrati di area esterna, adiacente al complesso, che garantirà nuovi spazi e percorsi pedonali fruibili per i cittadini. Con il superamento delle barriere architettoniche saranno realizzati ambienti più inclusivi, secondo l’approccio “design for all”. Con quale finalità? Permettere un uso equo e sicuro a un maggior numero di persone, pienamente accessibile per quelle con disabilità.
Nei lavori di restauro particolare rilevanza sarà dedicata all’antica chiesa che sarà conservata con cura per preservarne la spazialità originale. Gli intonaci e i pavimenti storici verranno valorizzati, trasformando questo spazio in una sala conferenze, un luogo di incontro e dialogo che custodisce il fascino e la memoria del passato.

Credits progettisti: ingegneria Rina Consulting, DFP Engineering; architettura e restauro Corvino + Multari; agronomia e paesaggio, Luca Boursier; interventi di restauro, Deborah De Vincenzo
Il nuovo cuore operativo della Procura della Repubblica
Una piazza di rappresentanza, con l’ingresso principale su via del Giardino, sarà il nuovo volto per la Procura della Repubblica. Uno spazio ipogeo, un’area elegante e funzionale, accoglierà il pubblico al livello della piazza e lo guiderà verso il piano terra dove saranno collocati i servizi principali di primo contatto.
I piani superiori dell’edificio ospiteranno le funzioni operative della Procura. Al primo piano troveranno posto le aree dedicate ai Pubblici Ministeri, le segreterie penali e gli uffici della Polizia Giudiziaria, suddivisi tra Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza. Il secondo piano sarà riservato all’amministrazione centrale: qui saranno collocate le stanze del Procuratore, del Dirigente, dei Vice Procuratori Onorari e le relative segreterie, insieme ad altri spazi operativi per le segreterie penali.

Credits progettisti: ingegneria Rina Consulting, DFP Engineering; architettura e restauro Corvino + Multari; agronomia e paesaggio, Luca Boursier; interventi di restauro, Deborah De Vincenzo
Sostenibilità e innovazione come priorità
Non solo recupero e restauro. Il progetto è molto di più: sostenibilità ambientale e innovazione tecnologica. Saranno utilizzati modelli digitali 3D, attraverso la tecnologia Building Information Modeling (BIM), per ottimizzare ogni fase: dalla progettazione alla costruzione, fino alla manutenzione futura dell’edificio.
Grazie a soluzioni all’avanguardia, come impianti fotovoltaici e pompe di calore, si prevede che l’edificio produca il 60% del proprio fabbisogno energetico da fonti rinnovabili, oltre a un abbattimento di CO₂. I materiali utilizzati per il restauro saranno eco-compatibili, con un’attenzione particolare al ciclo di vita e all’impatto ambientale. Le strutture esistenti saranno consolidate per migliorare l’efficienza energetica.
Altro elemento caratterizzante è il “cantiere pulito” previsto durante i lavori, che non verranno così percepiti dai cittadini come elemento di disturbo, al contrario un’opportunità per migliorare la città, dove decoro e sicurezza trasformeranno l’area in un punto di riferimento positivo.
Un simbolo di rigenerazione urbana
La riqualificazione dell’Ex Carcere femminile è un’opportunità unica di rigenerazione urbana, inclusività sociale e senso di appartenenza. Perché rigenerare un edificio storico come questo non significa solo restituirlo alla città, ma dargli una nuova vita, trasformandolo in un elemento attivo di coesione sociale e sviluppo sostenibile, senza mai dimenticare il passato.
Per questo il progetto che sarà realizzato non dimenticherà le sue radici: quei muri, che hanno visto sofferenze e speranze, continueranno a parlare. Parleranno di memoria, ma anche di giustizia, di rinascita e di una Perugia che guarda al futuro.